ORIGINI & STORIA
Nel 1256, Pietro Ruffo fu Marescalus di Federico II° e suo fidato consigliere, vicario dell’allora dodicenne Re approfittando della sua giovane età tentò di crearsi un proprio stato indipendente con capitale Messina ma non vi riuscì e venne scacciato definitivamente dalla Sicilia nel 1238.
Calatabiano passò a far parte dei beni della corona, ne ottenne l’investitura Vassallo d’Amelina per solo cinque anni, quindi per volere di Carlo D’Angiò, passò solo formalmente nelle mani di Ottone Capece, della chiesa di Catania, poiché il castello restò a far parte delle Regie fortezze dal 1272 al 1285e, con Ruggero di Lauria fino al 1294.
Dal 1295 al 1350 a Brancaleone di Auria, e quindi ad Arrigo Rosso sotto gli Aragonesi. Correva l’anno 1354, quando nella zona orientale della Sicilia si formarono delle correnti politiche, che fecero capo agli Angioini ed a cui aderirono la Chiesa ed anche i Calatabianesi, mentre Francavilla, Castiglione e Mascali restarono fedeli agli Aragonesi. Gli Angioini, aiutali dalle truppe sbarcate a Messina, penetrarono fino a Calatabiano ed appoggiati da questi ultimi arrivarono sino a Francavilla e Castiglione, espugnandole.
A tal punto, Artale Alagona a capo della nobiltà Catalana, ripiegò su Mascali e su Catania per riorganizzarsi e meglio affrontare le truppe Angioine, che nel frattempo, appoggiate dai Calatabianesi al cui comando era,
Manfredi di Chiaramente, avevano avuto la meglio su Mascali e avevano deportato numerosi prigionieri nel Castello di Calatabiano. Le truppe Siculo-Aragonesi, intanto, vincendo sulle truppe Angioine al largo di Ognina, né delinearono la sconfitta, col pericolo per il castello di Calatabiano di passare in mano Aragonese.
Con uno stratagemma Manfredi tentò, nella speranza di non perdere il feudo, di far sposare la figlia ad un nobile Spagnolo, ma il castello passò comunque ad Artale Alagona nel 1357 che lo mantenne per circa mezzo secolo, sino alla sua morte. Nel 1396 il castello andò alla famiglia dei “Cruyllas” precisamente a Berengario, Consigliere Regio e vicario Generale di Martino Re di Sicilia e restò sotto la propria dominazione fino alla sua rovina, avvenuta a causa di un violento terremoto che nel 1669,oltre che danneggiare notevolmente il castello devastò, buona parte della Sicilia orientale.
I Cruyllas si imparentarono con i Gravina (Signori di Palagonia) per non aver avuto discendenti maschi. Lo spagnolo Filippo IV°, Re di Sicilia, allo scopo di far denari decretò una legge a favore di tutti i nobili dell’Isola, che avrebbero voluto elevare il proprio rango a Principe, che ne approfittarono immediatamente. I Gravina dietro compenso nel 1662 si fecero nominare Principi di Palagonia.
Nel 1674, Messina si ribellò al governo Spagnolo e con l’aiuto dei Francesi, si impossessò velocemente di quasi tutta la Sicilia orientale. Nel Maggio del 1677, volendo occupare Troina, i Francesi si stabilirono nelle zone del castello di Calatabiano, ove assediarono 150 Soldati Spagnoli, che ricevevano aiuti e viveri dalla vicina fortezza di Francavilla, presidio dei soldati spagnoli che nel frattempo sconfissero i Francesi presso Gaggi. Correva l’anno 1354, quando nella zona orientale della Sicilia si formarono delle correnti politiche, che fecero capo agli Angioini ed a cui aderirono la Chiesa ed anche i Calatabianesi, mentre Francavilla, Castiglione e Mascali restarono fedeli agli Aragonesi. Gli Angioini, aiutali dalle truppe sbarcate a Messina, penetrarono fino a Calatabiano ed appoggiati da questi ultimi arrivarono sino a Francavilla e Castiglione, espugnandole.
A tal punto, Artale Alagona a capo della nobiltà Catalana, ripiegò su Mascali e su Catania per riorganizzarsi e meglio affrontare le truppe Angioine, che nel frattempo, appoggiate dai Calatabianesi al cui comando era, Manfredi di Chiaramente, avevano avuto la meglio su Mascali e avevano deportato numerosi prigionieri nel Castello di Calatabiano.
Nel 1693 un ulteriore terremoto danneggiò irrimediabilmente il castello che da allora in poi non fu più abitato.
In quel periodo sorsero le prime abitazioni fuori dalla cinta muraria ed il paese cominciò a sorgere più a valle, con i primi quartieri (borghi): Manganelli e Gesù e Maria.
La zona adiacente la porta d’ingresso della fortezza Baronale, definita cisterna d’acqua, doveva essere una prigione, come si può constatare da una finestra ancora esistente e da altri indizi.
Il sito attuale di Calatabiano nacque sotto gli auspici degli ultimi Signori di Palagonia.
Ferdinando Francesco Gravina fu Signore di Calatabiano dal 1700 al 1731 e, con le sue elargizioni ne incrementò lo sviluppo.
Trascorrendo gli ultimi anni della sua vita a Palermo, lasciò che i suoi beni fossero amministrali da un fidecommesso.
Negli ultimi anni della signoria Gravina, i Baroni di Calatabiano divennero veri e propri proprietari che incassavano le rendite dei loro fondi attraverso la gestione dei fidecommessi.