Calatabiano e Castrorao : Alle Origini della “Calata di San Filippo”
ANNO 1949
ANNO 1949
ANNO 1949
ANNO 1953
2006
Premessa
Queste poche pagine, di grande valore storico, scritte da Giambattista Scidà, Magistrato in pensione, descrivono le origini della festa di San Filippo a Calatabiano, attraverso l’opera:
Calatabiano e Castrorao:
Alle Origini della ” Calata di San Filippo”.
Queste poche pagine, di grande valore storico, scritte da Giambattista Scidà, Magistrato in pensione, descrivono le origini della festa di San Filippo a Calatabiano, attraverso l’opera:
Non si vuole aggiungere nulla all’opera, ma, si intende farne un brevissimo sunto, affinché anche il meno attento tra i lettori possa risalire facilmente alle origini della “Calata di San Filippo”.
Successivamente al 63, dopo la nascita di Gesù Cristo, è documentato che Filippo sia stato incaricato dal Pontefice Pietro a recarsi in questa parte della Sicilia, nel tentativo di evangelizzarla ed ove, invece, regnava il paganesimo più invadente.
“Calatabiano nella storia, prospettive di Sviluppo”, è stato il convegno organizzato, dall’Associazione Culturale Trinacria, in data 26 settembre 2010, l’intervento di Don Sebastiano Leotta, Arciprete di Calatabiano, apre nuovi scenari sulle origini di San Filippo, infatti, non risulta scontata la notizia storica che colloca la vita del Santo durante il I° secolo, come suggeriscono alcune fonti di qualche anno fa ; fonti più recenti lo collocano nel V° secolo, pur non cambiandone il percorso della Sue testimonianze che, in queste contrade della Sicilia orientale, hanno lasciato una traccia indelebile. Ma, invece, la tesi che ci sembra più attendibile, circa la Sua venuta in Sicilia, è quella che ne colloca il Suo passaggio anche nelle nostre contrade tra il VII° o VIII ° secolo, per essere più precisi, durante il periodo delle persecuzione iconoclastiche ad opera degli imperatori d’oriente e che ha costretto i monaci di quelle zone a dover emigrare, nell’Italia meridionale ed anche in Sicilia, per evitare di essere uccisi.
Don Sebastiano, inoltre, ha rivelato una importante tradizione, che non tutti conoscevamo, il terzo sabato di Maggio, durante i festeggiamenti in onore del Santo, nel corso della Sua discesa, prima di immettersi, in modo diretto nella via Alcantara e proseguire verso la chiesa madre, i portatori della vara fanno un movimento che non sembra avere alcun significato particolare, nel ritornare a ritroso per alcuni metri in direzione Castrorao per riprendere immediatamente con decisione il percorso che si conclude nella chiesa madre.
Il significato che Don Sebastiano avvalora è quello che si intende riportare alla memoria, ogni anno, la via di provenienza di San Filippo.
Infine, la notizia della fondazione del monastero ad Agira, con a seguito il Monaco Eusebio, sembra coincidere con le notizie che gli storici avevano già riportato a seguito delle loro ricerche di anni passati.
Fonti storiche tramandano che il Santo si sia fermato a Faro Superiore, (Messina) dove è rimasto in preghiera l’intera nottata, esorcizzando molte persone in preda al maligno.
Successivamente si è fermato a Limina, paesino dell’entroterra Jonico, dove la sua instancabile opera evangelizzatrice è stata ben apprezzata.
I solenni festeggiamenti, di Maggio ogni anno, confermano la devozione dei liminoti a San Filippo; i fedeli, in suo onore, hanno realizzato un particolare monumento animato (vedi le foto a seguire).
Tutti i giorni, alle ore 12,00 in punto, si vede il Santo con il vangelo tra le mani, camminare sull’acqua di una grande vasca rettangolare, presente nella piazza, al suo passaggio ogni demone è abbattuto, con il trionfo del bene, impersonato in un bambino. Una visita al Monastero di San filippo di Fragalà avvenuta nel corso del corrente anno 2022 ci ha dato delle significative conferme sulla devozione dei fedeli Siciliani verso SAN FILIPPO a seguire il frutto delle nostre considerazioni:
Secondo alcuni studiosi, il Santo è sbarcato a Catania, raggiungendo successivamente Agira.
Per ricordare ed onorare l’opera del Santo, nel territorio di Agira verrà edificata l’Abbazia. Successivamente, su incarico dell’Abate del monastero, i monaci completano l’opera di evangelizzazione della Sicilia orientale e di parte della Calabria.
Oggi, 4 Luglio 2022, e solo dopo aver visitato l’Abbazia di San Filippo di Fragala’, mi sono convinto che tale ricostruzione possa essere non corretta per due semplici motivi:
1) San Filippo ricevette l’incarico di scacciare i demoni da Agira ed evangelizzare la Sicilia direttamente dal Papa. Non sono quindi i monaci a dare l’incarico pastorale al Santo. Successivamente i monaci proseguono l’opera di evangelizzazione avviata da Filippo, attività che si è protratta nei secoli successivi.
Ma la cosa evidente è che San Filippo arriva in Sicilia, navigando lungo la costa del Mar Tirreno. Mi sembra logico affermare che abbia fatto vari approdi lungo la costa tirrenica calabrese per poi sbarcare a Punta Faro di Messina. Sbarcato nell’isola, inizia l’opera di evangelizzazione, partendo dai paesini attraversati lungo il tragitto. Tra i paesi visitati c’è anche Calatabiano.
2 Le copie delle pergamene dell’abbazia di San Filippo di Frazzanò redatte dai Reali Normanni non lasciano spazio ad altre valutazioni e certificano che i lavori riguardanti l’edificazione del convento sono stati, come nella circostanza, voluti e finanziati dalla Corte Siciliana Normanna che all’epoca deteneva il potere politico dell’Isola. Pertanto, nessun monaco inviato dall’Abbazia di Agira avrebbe avuto il potere politico, la forza economica e l’autorità religiosa di imporre scelte alle popolazioni siciliane e calabresi del tempo.
Solo la figura carismatica di San Filippo, per via dei poteri ricevuti, poteva avere l’autorità e la forza morale necessaria per convincere le popolazioni dei paesini visitati ad abbandonare gli antichi riti pagani e ad abbracciare la fede cristiana.
Per mantenere venerata l’opera e la parola del Santo, per volere dei regnanti normanni, nei decenni successivi verranno edificati monasteri e chiese intitolate a San Filippo d’Agira
In conclusione, dal mio punto di vista, e per i motivi sopra specificati, non vi è alcun dubbio, i luoghi ove viene venerato San Filippo sono stati teatro della Sua presenza e della sua miracolosa opera.
San Filippo è stato ben accolto, anche a Calatabiano e tante sono state le Sue opere, clicca su Vedi Miracolo, gli abitanti ne hanno apprezzato la sua Parola e l’azione di Taumaturgo; documenti del tempo narrano di episodi in cui il Santo abbia avuto il sopravvento sul maligno, molti calatabianesi sono stati esorcizzati e guariti durante i festeggiamenti di Maggio, nonché tantissimi fedeli provenienti da ogni luogo.
I Calatabianesi, in segno di riconoscenza, gli edificarono una chiesa, in contrada Marzacchino, fuori dall’attuale abitato, su di un colle vicino alla riva destra del Fiume Alcantara, ove, ancora oggi, sono presenti i resti delle antiche rovine, testimoni di un passato remoto.
Quelle contrade, anche se fuori dall’attuate sito urbano, furono insediate da terrazzani e San Filippo si recò in quelle zone per portare la Parola di Dio.
Altro evento storico tramandato, in occasione dei Suoi festeggiamenti, il 12 Maggio, Il fercolo del Santo Protettore di Calatabiano, era portato in processione, dalla chiesetta campestre di contrada Marzacchino fino alle vie del paese, avvenimento che si perpetuava di anno in anno.
Durante una di queste processioni un’incursione dei pirati Turchi, ci riporta lo storico locale il Dr. Filippo Zappalà, tra il “500 ed il 600”, molto frequenti lungo le coste siciliane, ebbe un tragico epilogo, tutti i fedeli furono massacrati, la chiesetta ed il fercolo del Santo andarono distrutti.
Si tramanda che il torrente,”Sannona”, presente nei pressi della chiesetta, abbia assunto il nome dal sangue delle vittime che ne ha colorato di rosso le sue acque. (Dal dialetto Calatabianese, “SANNONA”, vuol dire molto sangue)
Dopo quei terribili eventi la processione del Santo è stata spostata in luoghi più sicuri, dal Castello di Calatabiano alle centrali vie cittadine, si hanno notizie certe che la prima discesa di San Filippo sia avvenuta nel 1766 , da allora, si ripete il terzo sabato di Maggio, circa 50 fedeli in un contorno di migliaia di persone Lo scendono sulle spalle, a valle, dalla vecchia città alla nuova, per risalirlo la domenica successiva, come a voler rinnovare ogni anno l’antico legame con il Santo.
La chiesa, prima dedicata al Santissimo Crocifisso, in concomitanza con la prima “Calata” dal Monte Castello è divenuta la dimora del “Protettore” di Calatabiano, ed oggi viene chiamata “La Chiesa di San Filippo”, fu costruita dai Cruyllas, nobili di origine Catalana nell’anno 1484, mentre il Crocifisso Ligneo, di pregiato valore Storico – Artistico – Religioso che adornava l’altare oggi si trova nella chiesa Madre, in Piazza Vittorio Emanuele.
La vita terrena di Filippo ebbe fine ad Agira il 12 Maggio del 103, giorno di ricorrenza dei festeggiamenti in suo onore, non solo a Calatabiano ma anche negli altri centri ove la sua opera è stata maggiormente incisiva.
Dr. Gaetano Tradito
La calata di San Filippo |